Uno dei quattro (stamm) campioni Razza spagnola di Giorgio Zampese
Mi ero già occupato dei problemi relativi ai canarini ed esotici che, dopo aver partecipato al mondiale di ornitologia, non tornano a casa.
Dopo il campionato del mondo svoltosi in Portogallo scrissi un post che aveva lo scopo di promuovere una “riflessione organizzativa” per fare di meglio in futuro.
Da allora sono passati due anni e devo registrare l’amarezza dell’amico Giorgio Zampese, ottimo allevatore di Razza Spagnola (e non solo). La sua avventura, dal finale tristissimo, va raccontata.
Partecipa al mondiale di Almeria 2012 e con uno splendido stamm di “spagnoli” brinati si aggiudica il primo premio nella categoria melaninici. Medaglia d’oro proprio nel paese in cui questa razza di canarini è nata. Una bellissima soddisfazione per lui e per l’ornitologia italiana che ricambia il duro lavoro di studio, selezione e allevamento di una bella razza di forma e posizione.
Ma la gioia finisce lì.
Pochi giorni fa un amico, per conto di Giorgio, si presenta a Piacenza, nel luogo indicato dalla federazione per la consegna dei canarini rientrati dalla Spagna. Deve ritirare i “campioncini” e renderli al legittimo proprietario.
Sorpresa! Non ci sono…
Con tanto di scheda in mano l’amico e un convogliatore presente cercano per ben due ore tra i molti contenitori presenti quei canarini che sembrano scomparsi nel nulla. Niente!
Dopo alcune ore però Giorgio riceve una telefonata che lo riempie di speranza: “per sbaglio sono finiti ad Asti. E’ tutto ok!”
Si precipita ad Asti ma… altra sorpresa! Non ci sono… e stavolta nessuno sa dire che fine abbiano fatto.
Giorgio si agita un pochino (e chi non lo comprende?) e, dopo giuste lamentele e richieste, due giorni dopo riceve dalla federazione una telefonata.
“Caro Zampese, sulla scheda risulta che i suoi canarini erano stati dichiarati come “non trovati allo sgabbio” già in Spagna.”
Quindi il problema, ovvero il fattaccio, è accaduto laggiù. Ma allora perchè a Piacenza nessuno lo sapeva?
Difficile ora comprendere dove stiano le responsabilità. Un allevatore vede sottratto il frutto del suo lavoro di anni e questa è l’unica cosa certa.
Il rischio a questo punto è uno solo: se non si interviene con chiarezza a livello organizzativo (la nostra federazione può fare molto a questo riguardo) la pratica dei furti rimarrà un reato con cui ci si abituerà a convivere. E i ladri continueranno ad agire indisturbati.
Credo non sia giusto.
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