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Archive for the ‘Alimentazione’ Category

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Il periodo della muta in cui i canarini cambiano piume e penne è uno dei più delicati.

Sia i giovani che i riproduttori devono necessariamente passare per questo cambiamento estetico che è assolutamente naturale e quindi non ne va esagerata la pesantezza per i nostri beniamini. Una volta si diceva che in questo periodo i canarini avevano la febbre…

Tutto si dovrebbe quindi svolgere senza traumi a livello di salute e troveremo da settembre in poi i canarini più visti che mai con i maschi che ritroveranno il canto.

Tuttavia chi espone i canarini alle mostre sa bene come durante la muta il fenomeno della pica sia fastidioso perché i pennuti in gabbia si divertono a beccuzzare i loro compagni causando spesso deformazione delle piume, spezzettamento e asportazione con ricrescita. Il tutto non è certo adatto ad una ottimale presentazione durante le mostre e talvolta buoni canarini ne risultano esteticamente compromessi. Capita più frequentemente quando sono ospitati in gabbie e gabbioni ma anche per me che li faccio mutare in ampi volieroni talvolta il problema si pone eccome.

Tra i vari elementi che si possono appendere in voliera come sfilacci vari, fili di iuta ecc., ho notato che la verdura può essere un aiuto.

Sto parlando dell’insalata dell’orto che è andata a seme, cioè non è più adatta all’alimentazione umana perché più coriacea e perché è cresciuta molto in altezza per fiorire prima e fare semi poi. Invece di estirparla dal mio piccolo orto dietro casa, la somministro ai canarini in voliera che la gradiscono enormemente. La applico con un mollettone alla rete così come la prendo dall’orto, in tutta la sua lunghezza degli steli, tagliando via solo le radici e le foglie non perfette.

Dopo averne divorate le foglie belle verdi, i canarini perdono ore e ore a lavorarne i fusti ricavandone fili lunghi che attirano sempre più perché ottimi per allenare i becchi.

La foto mostra i miei Fife Fancy che dopo aver smembrato la verdura continuano a crearne sfilacci vegetali. Si divertono e trovano una vantaggiosa alternativa al beccuzzarsi l’un l’altro.

Il radicchio sta andando a seme

Il radicchio sta andando a seme

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In una ciotola ho messo rusk, semi e mangime pellettato (colore giallo) per canarini

Ho scritto poco tempo fa un post sul rusk nell’alimentazione dei canarini.

Ho riscontrato molto interesse sull’argomento. Mi hanno scritto alcuni allevatori italiani per avere maggiori informazioni su come reperire il rusk e per sapere se è adatto ad essere miscelato con altri alimenti.

Infatti molti hanno l’esigenza di fornire un preparato morbido ad alta appetibilità soprattutto durante il periodo delle cove quando le esigenze alimentari delle coppie in riproduzione sono da considerare attentamente così come quelle dei piccoli appena nati e in fase di crescita.

Alcuni mi hanno chiesto se, utilizzando il rusk, possono abbandonare i pastoncini, spesso cari e non sempre molto appetibili durante la riproduzione e l’imbecco soprattutto se secchi.

Facciamo quindi un po’ di chiarezza.

Nonostante io abbia provato (per motivi di forza maggiore) a far allevare i piccoli nati dalle coppie riproduttrici col solo rusk, e nonostante abbia verificato in prima persona (non per sentito dire) che con il solo rusk allevano benissimo e i giovani non presentano alcun evidente problema… bene nonostante tutto questo io consiglio, per un’alimentazione bilanciata, di lasciare a disposizione in una apposita mangiatoia separata anche del buon pastoncino vitaminizzato. È una buona norma che va osservata per non far mancare proprio nulla ai nostri amati pennuti soprattutto in quella fase così delicata della loro vita.

Certo, se si tratta di pastoncino secco (preferibile al morbido), si noterà rapidamente come i contenitori del rusk risulteranno vuoti nel breve mentre quelli del pastoncino dureranno giorni prima di essere rabboccati con altro prodotto. Come gli umani anche i canarini abbandonano i cibi meno appetitosi a favore di quelli che amano di più.

Per quanto riguarda la possibilità di miscelare il rusk con altri ingredienti direi che non c’è problema ma occorre prestare attenzione che siano compatibili e che non si scatenino reazioni per alimenti che non si possono unire causa ossidazioni, contaminazioni ecc. Non fare quindi esperimenti azzardati!

Nulla di male quindi ad unire al rusk un po’ di vitamine in polvere o liquide o altri integratori come sali minerali, probiotici e via dicendo.

Nella mia esperienza c’è un test fatto con rusk unito a semi di avena e di niger oltre a mangime per canarini pellettato.

Nelle foto che allego c’è proprio questa prova, fatta un paio d’anni fa con l’intento di migliorare ulteriormente un’appetibilità più che buona e per l’esigenza che avevo di non buttare mangime compresso col 20% di proteine che, diversamente, risultava davvero poco gradito.

Tutto è andato bene e il pastone che ne risultava dall’insieme è stato divorato regolarmente con buona pace dei piccoli al nido che ne hanno avuto in abbondanza dal becco dei genitori.

Questa è solo una possibilità ma tante altre si possono provare. L’allevamento dei canarini è sempre in evoluzione e nuove strade possono portare a soluzioni vantaggiose per la crescita del nostro hobby.

Il pastone di rusk con semi e pellettato come risulta alla fine

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La pera per i canarini

Anche i canarini, come noi umani, amano la frutta.

Si sa che molti dei frutti presenti sui banchi dei rivenditori sono ricchi di buone proprietà nutritive perché di norma contengono vitamine molto utili al benessere dei nostri piccoli pennuti.

Tuttavia la gran parte degli allevatori somministra più o meno regolarmente (e unicamente) la mela ritenendo che sia già più che sufficiente come “integratore” naturale nella dieta di semi e pastoncino all’uovo.

Sappiamo tutti molto bene come la mela sia gradita e mangiata avidamente prelevando pezzetti con la parte appuntita del becco fino a svuotarla di tutta la polpa dolce lasciando solo la buccia avvizzita.

Io, a dire il vero, non fornisco ai miei canarini la mela e non lo faccio ormai da molti anni.

I motivi sono due: si ossida rapidamente e ossida anche le sbarrette di ferro zincato tra le quali normalmente la fettina viene offerta ai canarini. Il ferro a lungo andare risulta corroso o con la zincatura che tende a perdersi facilitando l’arrivo della ruggine con un effetto visivo piuttosto spiacevole.

Niente frutta quindi? Sì perché i canarini possono farne a meno.

Io l’ho completamente abolita durante la gran parte dell’anno con una sola rilevante eccezione: il periodo della muta. Intendiamoci, anche in questo momento della vita dei canarini il suo apporto non è indispensabile se integriamo i semi con un buon pastoncino vitaminizzato. Tuttavia, vista l’abbondanza di vari frutti in commercio nella stagione di massima produzione, quindi non conservati in frigo e con maggiore facilità reperibili presso agricoltori biologici, allora faccio un’eccezione.

In più devo dire che possiedo un piccolo frutteto che conduco a livello amatoriale e da cui è bandita nel modo più assoluto ogni forma di prodotto chimico. Del tutto naturale e biologico (per davvero)!

Ho verificato da anni che la mancanza della “famosa” mela durante l’anno non crea alcun problema ai canarini e risulta quindi superflua con tutte quelle vitamine che trovano in abbondanza, varie e ben bilanciate nei pastoncini prodotti dalle primarie aziende del settore. Comunque la mela male non fa, fa piacere vedere i canarini sbeccuzzarla e chi si trova bene è meglio che prosegua sulla sua strada.

Ho però voluto provare alcune, poche, alternative possibili integrandole con prodotti dell’orto, anch’essi di produzione propria e ampiamente disponibili d’estate.

Da anni metto nelle due grandi voliere dove i canarini fanno la muta un po’ tutta la frutta che trovo dietro casa e qualche ortaggio oltre all’insalata o al radicchio.

Dalla mia esperienza ho notato che nulla è più gradito della pera (nei vari stadi di maturazione, soprattutto quando la polpa inizia ad essere morbida), del nashi (che è un tipo di pera giapponese molto succoso e croccante), dell’anguria (molto dissetante) e, tra gli ortaggi acquosi sicuramente il cetriolo e lo zucchino.

Tutti questi vengono divorati letteralmente dai canarini che ottengono acqua (durante la calda estate molto importante), vitamine e sali minerali.

Operativamente non mi crea alcun problema o lavoro supplementare perché mi basta tagliare i pezzi (la frutta aperta in due metà) e metterli su un piattino di plastica sul fondo delle due voliere.

Poco lavoro e molta soddisfazione.

Il cetriolo, tagliato a metà, pronto per essere divorato

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Una ciotola di rusk

Una ciotola di rusk pronto per essere aggiunto di acqua

Il comune cous cous

Alzi la mano chi ha sentito parlare di “rusk” prima d’oggi.

Beh credo non siano pochi gli allevatori per i quali questo nome non è nuovo.

Tuttavia se andiamo a vedere quanti l’abbiano usato per i loro canarini, allora le cose cambiano radicalmente.

In effetti il rusk è certo un prodotto alimentare che non ha mai avuto un grande successo popolare tra i canaricultori italiani.

Tra miriadi di diverse ricette di pastoncino che in tanti si fanno in casa e i prodotti già pronti delle industrie c’è tanto tra cui destreggiarsi e cercare qualcosa di nuovo fa perdere tempo. Meglio restare nella tradizione e, se vogliamo un tocco di originalità e un occhio al risparmio, scegliamo il reperibilissimo e ottimo cous-cous che ai nostri beniamini alati di solito risulta piuttosto gradito.

Perché allora cercare altro?

Facciamo un passo indietro: cos’è questo rusk?

Un distributore italiano traduce questo termine inglese con “crostino di pane” forse prendendo il termine troppo alla lettera perché di pane non se ne vede traccia. Alla vista sembra tutto meno che un prodotto da panificio.

In realtà si tratta di un impasto ottenuto con frumento, poi reso compatto, asciugato completamente e alla fine sbriciolato grossolanamente. Il risultato potrebbe sembrare una sorta di cous-cous molto secco e un poco polveroso. La grana non è tondeggiante ma irregolare e di più grossa pezzatura. In Gran Bretagna è molto comune in cucina per uso umano quale base per varie ricette.

Mi è mancato il tempo per una indagine approfondita circa il valore nutritivo ma credo non si discosti molto da quello del cous-cous. Proprio come questo prodotto va aggiunto di acqua che lo fa aumentare di volume prima della somministrazione ai canarini. L’operazione, che con acqua tiepida è più rapida, si conclude comunque nel giro di pochi minuti. Occorre fare un minimo di esperienza nel dosare acqua e rusk nella giusta proporzione ma in un paio di volte si raggiunge il migliore risultato di un pastone morbido.

Perché preferirlo al cous-cous?

La mia personale esperienza dice che la resa, una volta assorbita l’acqua, è molto maggiore, quindi a parità di prodotto il risultato quantitativo disponibile per i becchi degli affamati piccoli di canarino è superiore, più che doppio.

L’appetibilità mi è sembrata decisamente più alta forse perché la massa alimentare che ne deriva è estremamente soffice. Non appena abituati, nove genitori su dieci lo divorano letteralmente per imbeccare i nidiacei dai primi giorni fino all’indipendenza aumentandone poi il consumo man mano che i pulli crescono.

E’ ottimo per lo svezzamento e quando i giovani sono sistemati in gabbie senza chi li possa imbeccare, trovano nel rusk un alimento che mangiano avidamente e fondamentale per la loro crescita.

Spesso aggiungo al prodotto una piccola parte di semi ammollati per accrescere l’attrazione dei soggetti adulti più riluttanti ma a dire il vero la stragrande parte dei canarini lo apprezza fin da subito e la totalità dei giovani dell’annata ne è ghiotta.

Quei canarini che non lo conoscono (per esempio i nuovi acquisti provenienti da allevatori che non ne fanno uso) anche se non sono stati precedentemente abituati, una volta che i piccoli hanno superato la settimana e sono famelici, proveranno ad assaggiarlo per offrirlo ai nidiacei. Il gioco è fatto: una volta iniziato non ne faranno più a meno!

Per me è una soddisfazione vedere i Fife Fancy che seguono bramosi i movimenti della ciotola che contiene il rusk ammollato pronto per l’uso quando il contenitore è ancora nelle mie mani. Una volta messo nel porta-pastoncino, subito ci si tuffano e lo divorano. Non tutti hanno questa reazione (anche i pennuti hanno un carattere e i propri gusti… e questo vale per quasi tutti gli alimenti) ma alcuni ne sono talmente ghiotti che non riesco a capacitarmi del fatto che nel giro di un paio d’ore i contenitori del rusk siano completamente spazzolati e lucidi! Tanto che mi costringono a somministrazioni bis.

 

Se escludiamo un po’ di budino d’uovo (ne parlerò in altra occasione), nel mio allevamento non uso altri alimenti per la fase di imbecco e crescita dei novelli, solo giusto un poco di pastoncino secco e nient’altro. E i piccoli Fife Fancy crescono che è una meraviglia.

Lo stesso è avvenuto quando, in anni in cui il mio tempo era veramente al limite minimo, fornivo solo rusk per l’imbecco. O quello o niente. I piccoli erano portati allo svezzamento senza alcun problema, sanissimi.

Così facendo da molto anni ho eliminato completamente il pastoncino morbido che è sì appetibile ma di certo poco salutare per i canarini perché eccessivamente grasso.

 

Due piccoli nei: il prezzo (al momento in cui scrivo è attorno a euro 2,50 al kg) lo pone ad un livello superiore al cous-cous che costa circa la metà o anche meno.

Anche la reperibilità è tutt’altro che semplice perché conosco solo due distributori in Italia realmente forniti con continuità e nei negozi di ornitologia non è semplice trovarlo.

Se si arrivasse ad una maggiore conoscenza dei vantaggi del rusk tra gli allevatori italiani, di certo i due elementi appena citati migliorerebbero senz’altro rendendolo più economico e facilmente reperibile nei punti vendita del settore.

Se parliamo di costo va comunque considerato che il rusk ha un’ottima resa, quindi con poco si sfamano molte nidiate di piccoli e anche chi ha molte coppie non è costretto a svenarsi ma riesce a concludere la stagione riproduttiva con una spesa tutto sommato modesta.

 

Nei vantaggi non va dimenticato un aspetto che per molti è rilevante. Essendo molto appetibile ai più, si presta ottimamente per essere amalgamato con vitamine, integratori vari e, se serve, medicinali. I canarini, adulti e novelli che siano, se ne ciberanno ugualmente evitando le somministrazioni in acqua a tutti i beverini, uno per uno. Per chi ha diverse coppie è certo un bel guadagno di tempo.

 

Per me il rusk è un alimento insostituibile nel periodo riproduttivo per tutte le sue buone qualità e vantaggi anche organizzativi per chi ha poco tempo da dedicare ai suoi beniamini pennuti.

Particolare della grana del rusk

Particolare della grana del cous cous

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Uno dei più noti allevatori di Fife Fancy della Gran Bretagna è certamente Terry Kelly che è anche un affermato giudice della stessa razza di canarini di forma e posizione.

Molta della sua fama viene da alcuni suoi soggetti che hanno avuto ottimi piazzamenti nelle mostre specialistiche del suo Paese anni addietro ma anche nei lontani anni ’80 dove primeggiò anche nella famosa National di Birmingham.

Terry ha dato alle stampe già da tempo un bel libro ovviamente dedicato al Fife Fancy e corredato di foto (a dire il vero piuttosto datate) ma soprattutto di disegni nelle varie espressione di colori e di pezzature. Non si tratta di riproduzioni dello standard ufficiale in vigore ma della rappresentazione di quella che si potrebbe individuare come l’evoluzione della razza.

In effetti i disegni riprodotti evidenziano ottimi stacchi di testa, ottime zampe e ottimi dorsi. Il tutto, come si può ben comprendere, si distacca dallo standard ufficiale in vigore da diversi anni e proietta il Fife Fancy verso una forma dalle caratteristiche più spiccate e più vicine al nobile cugino Border.

 

Tornando al suo DVD va detto che è l’ultima uscita di una serie di opere editoriali prima messe in commercio in forma di cassetta VHS e poi, seguendo l’evoluzione della tecnologia, in DVD.

Il volume n.5, quest’ultimo disponibile da pochi mesi, è doppio e raccoglie informazioni che Terry offre ai suoi appassionati fan sui seguenti argomenti:

gestione dell’allevamento mese per mese

alimentazione

allevamento

selezione e partecipazione alle mostre

i suoi soggetti del 2011

Le informazioni che il nostro amico giudice e allevatore racconta nel video sono senz’altro utili e preziose perché vengono dalla sua lunga esperienza.

 

Purtroppo al momento non esiste una versione in italiano e per chi non ha dimistichezza con l’inglese parlato da un madrelingua, la comprensione del tutto risulta davvero complicata col rischio di perdere completamente molti passaggi e quindi il senso del discorso.

Comunque faccio i complimenti al nostro Terry Kelly che è l’unico a produrre questo genere di supporti per il mondo del Fife Fancy in un panorama più generale, quello dell’ornitologia amatoriale, che avrebbe bisogno di ulteriori opere divulgative.

Sarebbe un aiuto molto efficace per far crescere gli allevatori nel loro hobby. Ma per questo abbiamo necessità di lavori in lingua italiana.

 

Per chi volesse acquistare il DVD o avere maggiori informazioni (in inglese) può consultare il sito web di Terry Kelly:

http://www.fifecanaries.com/video.htm

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I canarini all'assalto della fetta di anguria

Si, stando almeno al calendario, l’estate è ormai finita e con essa anche quel periodo naturale ma di cambiamento dei canarini che si chiama muta.

Quest’anno  2011 però l’estate sembra ancora non trovare la sua fine reale e sicura con un clima ancora caldo e piogge che non arrivano. La muta risulta  ritardata perchè i canarini non sentono il freddo dell’incipiente autunno e allungano i tempi del completamento del ricambio delle piume.  Quindi anche per i canarini di forma e posizione è più difficile scorgere ora le reali fattezze definitive dei siggetti che tanto amorevolmente abbiamo condotto fin qui dopo la fase di nascita e svezzamento.

Siamo alle porte della grande stagione delle mostre e purtroppo per me quest’anno mi sta dando impegni su altri fronti ed ho poco tempo per i miei beniamini alati e per l’hobby.

Spero di trovare più tempo per dedicarmici al più presto, altrimenti dovrò pensare di non esporre soggetti quest’anno.

Allora pubblico una foto di qualche settimana fa, in piena estare agostana, quando i miei Fife Fancy  si cibavano avidamente delle scorze di anguria che mettevo per loro in voliera. Dissetante e rinfrescante nel caldo torrido della mia mansarda.

Io in estate fornisco volentieri anche cetrioli che hanno un simile potere rinfrescante. In più i canarini gradiscono visibilmente!

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A richiesta dell’amico allevatore (e giudice) Camillo inserisco un video girato un paio di giorni fa in cui mostro l’inizio (ancora timoroso) dell’abbuffata dei miei canarini in voliera quando somministro foglie di Tarassaco.

Lo faccio volentieri perchè tanti che potrebbero fornire questa preziosa verdura spontanea non lo fanno temendo chissà quali problemi.

Invece la gradiscono… eccome! E per esperienza personale dico anche che è la migliore (e non costa nulla). Garantisco che dopo il primo assalto il nugolo degli uccelletti copre il tarassaco che viene divorato letteralmente in pochi minuti.

Il filmato è piuttosto scuro perchè fatto nella stanza delle voliere che è decisamente povera di luce per favorire una muta regolare.

Rivedendolo noto che tra i Fife (e qualche Spagnolo o anche Japan Hoso) ci sono dei soggetti dal colore molto aranciato. In realtà non corrisponde al vero ma è un giallo carico “erroneamente interpretato” dal software di conversione video. Nel filmato originale è invece semplicemente giallo.

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L'assalto alle spighe di Sorgo

La muta del piumaggio non è ancora finita. I canarini hanno bisogno dell’ultimo sprint per chiudere questo periodo di alto dispendio di energie e prepararsi al meglio per la stagione delle mostre.

Se ci guardiamo in giro vediamo che una delle erbe più presenti nei luoghi non coltivati è il Sorgo selvatico che in questo periodo è al massimo della vigoria.

Per questo motivo lo somministro ai soggetti in voliera almeno un paio di volte alla settimana. Naturalmente loro lo gradiscono a tal punto che spolpano gli steli lasciandoli completamente nudi.

Per la loro salute è quello che ci vuole: dopo tanti semi secchi almeno un po’ di semi teneri e freschi è un modo per fornire buoni nutrienti e rendere più varia la dieta.

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i primi canarini all'assalto del Tarassaco

E’ fine agosto, siamo in fase di muta avanzata e, da fanatico dell’alimentazione varia per garantire ai canarini l’apporto del maggior numero di sostanze nutrienti mi diletto a fornire vari alimenti.

Uno che non manca mai (e che non manca anche in molti altri mesi) è l’erba che io definisco “regina” (secondo la mia esperienza) nell’alimentazione dei canarini, cioè il Tarassaco o Dente di Leone o Piscialetto. A questa ho dedicato già un post e lì rimando per approfondimenti. Ora mi basta dire che è graditissima anche dai novelli in voliera e che mi piace da morire raccoglierne in quantità e gettarla all’interno delle voliere. Tempo pochi secondi le foglie saranno completamente coperte dai miei pennuti che litigheranno per poter avere ognuno la propria razione.

A me piace, lo confesso, anche solo vedere lo spettacolo di questa scorpacciata.

Ricca com’è di sali minerali e di betacarotene (che rende più carico il piumaggio nei verdi e nei gialli) fa molto bene ai canarini e li predispone al meglio durante una fase difficile e stressante come la muta delle penne in cui l’organismo degli uccelli è chiamato ad uno sforzo superiore.

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Il 2010 è stato segnato nel mio allevamento da una situazione sanitaria che ha rischiato di trasformarlo in un anno orribile. Quando scoppia un problema nel mese di Aprile, quello centrale e quindi più importante nell’annata riproduttiva, c’è da mettersi le mani nei capelli perché il rischio di mandare tutto all’aria è reale.
Durante Marzo ho notato una certa mortalità nei piccoli canarini di 3-10 giorni. La cosa ha iniziato a preoccuparmi quando la situazione non era più relegata a pochi episodi ma riguardava ormai un certo numero di coppie. Notavo che uno dopo l’altro morivano pulli debolissimi, molto magri e all’apparenza poco nutriti anche se alcune di quelle femmine nutrici erano state molto efficaci l’anno precedente. Si vedeva chiaramente nei piccoli morti che la zona cloacale era divenuta verde scuro, quasi nera e molto estesa, segno evidente di un’infezione là radicata.
Nella foto che allego si vede un pullo morto ma, trattandosi dell’ultimo deceduto a cura già iniziata, la cloaca non evidenzia quel brutto colore.
Corro dal veterinario e la diagnosi dell’esame colturale è: Pseudomonas.
Cos’è sta roba? Leggo in giro che si tratta di una malattia batterica che si sviluppa dove gli alimenti umidi vengono lasciati troppo a lungo a disposizione dei soggetti, prosperando nei contenitori che nel frattempo ne sono diventati ricettacolo. Anche i beverini in cui si formano alghe sono un formidabile veicolo per lo Pseudomonas.
Questo è quanto ho letto. E allora?
Nei miei beverini non c’è traccia di alghe… In realtà ho usato gli stessi alimenti, le stesse tecniche di pulizia, le stesse tempistiche dello scorso anno che, invece, si è rivelato per me un anno record con circa 150 canarini nati con zero (zero!) problemi di ordine sanitario.
Allora dove ho sbagliato?
Forse alimenti comprati per freschi e invece contaminati?
La risposta è: non lo so e forse non lo saprò mai.
Sono subito intervenuto eliminando del tutto i semi ammollati, sostituendo con ancora maggiore frequenza i beverini (che come sempre metto in candeggina) e con altre accortezze per ogni alimento deperibile.
Tuttavia è bene notare che il problema è nato a Marzo quando le condizioni climatiche non avrebbero dovuto favorire l’insorgenza di malattie. Ricordo un Marzo freddo anche se piovoso. E’ forse quest’ultimo l’elemento scatenante? Devo accusare il livello di umidità ambientale della Pianura Padana? Mi sarebbe piaciuto aver annotato anno per anno i livelli igrometrici per verificare se il presente 2010 è stato l’anno col Marzo più umido. Qualche dubbio l’avrei anche perché sono un fanatico del ricambio d’aria e il mio allevamento è (anche in pieno inverno) con le finestre aperte.
Fortuna vuole che l’immediato intervento con una terapia a base di Marbocyl (alla cui molecola l’antibiogramma ha assegnato ottima efficacia nel mio caso specifico) ha risolto il problema.
Ora, a fine Maggio, posso dire che l’annata da disastrosa si risolverà in accettabile.
Peccato solo che il dubbio su come sia nato questo terribile Pseudomonas rimanga ancora.

In molti allevatori c’è titubanza a parlare delle malattie che si presentano in allevamento.
Mi piacerebbe che qualcuno che legge queste righe mi faccia sapere, rispondendo a questo post o via e-mail (dandao@libero.it), se ha avuto problemi analoghi e se ha compreso dove stava l’errore.
Se ci aiutiamo a comprendere come meglio allevare cresciamo un po’ tutti. O no?

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